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La città e la Terra

  • Immagine del redattore: Fabrizio
    Fabrizio
  • 5 feb 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Di Fabrizio Mele





Nella Repubblica Platone racconta tra gli altri un mito. Si tratta del mito che instaura la pedagogia della città giusta. È la nobile menzogna che Socrate illustra incalzato dalle richieste di Glaucone.


La Terra è madre e nutrice. Essa fonda la convivenza degli uomini nella città.

I figli della terra, i fratelli e le sorelle, convivono in un suolo che li destina alla cura della Madre e alla pace reciproca.


Per Platone si trattava di fondare la convivenza della polis superando così la linea del potere disegnata dal sangue e dallo sperma e dunque da familismo e corruzione.

Il filosofo non si riferiva alla sola città di Atene, tentò piuttosto di creare una fondazione politico-filosofica universale: noto è il caso di Siracusa, descritto nella Lettera VII.

A questa si riferirà Derrida nella sua Tentazione di Siracusa. Il filosofo francese ci invita a un nuovo patto tra cittadini della Terra dove lo straniero sfuma nel terrestre. È qui che si fonda una nuova prospettiva del rapporto tra Occidente e Oriente.


"Più che mai l'esercizio del politico richiede un'esperienza filosofica, si confonde persino con essa, dal momento che bisogna pensare a ciò che accade oggi al politico stesso, a ciò che non è più legato all'iscrizione del politico in uno Stato-nazione esso stesso radicato in un territorio, a ciò che accade all'autoctonia che era essenziale alla filosofia greca della πόλις e della cittadinanza [...]" (J. Derrida, Tentazione di Siracusa)




 
 
 

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