Di Paolo Monari

Carissimi,
l'oggetto da cui siamo partiti lunedì (prima serata della stanza Nascita della Terra, n.d.r) è veramente interessante in quanto non solo oggetto di studi avanzati di innumerevoli e intriganti discipline, ma suscitatore lui stesso di emozioni estetiche e spirituali. Non può quindi essere trattato se non da un punto filosofico, che dovrebbe integrare tutti gli aspetti e non fermarsi a quelli cognitivi, pur molto sfidanti. Stiamo quindi parlando di una filosofia "totale" e non solo cognitiva, di una filosofia che si nutre delle scienze, le integra nella sua visione del mondo e non solo, le integra nel come il filosofo vive le sue altre dimensioni che, a mio parere, oltre che cognitive sono animali, emotive e spirituali. Dico questo per tracciare in prima approssimazione lo spazio enorme in cui ci stiamo muovendo e ci siamo mossi, a partire dai dubbi esistenzial-gnoseologici di Matteo e altri.
Giustamente in questo universo ci stiamo muovendo per gradi.
Personalmente - forse l'ho già detto - considero quattro misteri della nostra esistenza: l'universo (spazio, tempo, materia, energia), la vita, la mente o coscienza, lo spirito.
Se parlo di natura comprendo i primi tre. Se parlo di uomo comprendo tutti e quattro. Siamo al massimo della complessità.
Se parlo di uomo nella natura parlo sia di uomo-persona che di uomo-collettività, separati ma inscindibili. Così come l'uomo è separato dalla natura, di cui pure fa parte intrinseca.
Queste dualità permettono di uscire da alcune viste troppo semplificate. L'uomo primitivo, come persona era molto più simile a noi di quanto siamo abituati a pensare (a parte l'epigenetica). L'uomo primitivo come cultura, cioè come collettività, era invece abbastanza diverso da noi, in quanto la cultura si forma in tempi lunghi e viene influenzata dalla tecnologia, che pure cresce in tempi lunghi.
Siamo all'inizio di un viaggio interessante!
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