Di Vladimir Ferrero
Tra le primissime divinità del genere umano vi è la Terra. Adorata in molteplici forme essa ha giocato un ruolo primario nella formazione dei culti e in particolare, ovviamente, di quelli agricoli.
È interessante rilevare il fatto che tra i primi destinatari dei sacrifici ci sia la Terra. La ragione più probabile è che i nostri progenitori si imbatterono in una scoperta che avrebbe modificato la storia umana in modo definitivo: se si gettano dei semi nel terreno, ne nascono frutti, che saranno disponibili dopo un periodo di tempo abbastanza lungo ma sostanzialmente prevedibile. Questo fatto ha contribuito a far nascere l’idea di un legame fra la fecondità delle donne e la fertilità del terreno e a percepirsi dunque come figli della terra. Se l’uomo è posseduto dalla Terra essa fonda l’identità dell’uomo e della sua comunità. Tale evento casuale va considerato come il punto di partenza di una nuova fase della vicenda umana poiché ha mostrato una soluzione al problema di procurarsi cibo oltre a riconfigurare le forme dei legami sociali. Se si analizza più da vicino tale tecnica, ci si accorge immediatamente che la semina fornisce un modello perfetto di sacrificio: innanzitutto, la terra non può essere costretta a donare frutto con la forza. Per ottenere frutti dalla terra è necessario gettarle dei semi, che per qualche motivo rendono possibile in seguito il raccolto. In sostanza, si offre sperando di ricevere prima o poi un beneficio. Proprio quest’analogia dev’essere considerata come la scintilla che indusse gli uomini ad attribuire alla Terra proprietà simili a quelle umane, ossia una natura psichica con la quale si poteva tentare una strategia, da tempo ben nota, di ingraziarsela con un gesto di sottomissione.
Non dev’essere stato un gesto compiuto alla leggera, quello di rinunciare a consumare immediatamente i chicchi di frumento per gettarli nel terreno; l’azione è controintuitiva!
In conclusione, l’ingraziamento prima rivolto a individui singoli ora si trasforma in un sacrificio a un’entità superiore, assumendo così i tratti fondamentali del rito religioso.
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