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La memoria della Terra

  • Immagine del redattore: Fabrizio
    Fabrizio
  • 20 mar 2023
  • Tempo di lettura: 1 min

di Rosarita Minniti



Sullo Screen Server di Fabrizio la statua di “Madre Terra”. Grandi seni, Grandi fianchi, Grande vagina simbolo unico. Terra e madre.

Titolo del libro proposto per iniziare: “Pensare la fine”

Quale il pensiero da fare nel mio tempo ora così cambiato dal tempo in cui sono nata, in cui sono stata giovane e fertile madre?

Nella terra che è grotta si trovano graffiti di 30000 anni fa, riproducono animali , tanti, in varie forme. Scene di vita agricola, vita di 30000 anni fa, sulla Terra che è la stessa di oggi, che l’animale feconda in mezzo ad arbusti di cui si nutre.

Nella Terra, sul minerale che è roccia l’uomo lascia la sua memoria.

Da dove partiamo: attraverso la culla d’amore diventiamo vita e lo sguardo del bimbo diventa memoria. Memorie diverse legate alla natura del suo sentire, alla sua partecipazione e percezione del mondo.Stiamo delegando la nostra memoria sempre di più a macchine capaci di creare linguaggi.

Metamorfosi.

Siamo sempre meno capaci di ricordare e diventiamo sempre più vecchi e sempre più felici di conquistare inutili anni. Anni senza memoria.

Può la perdita della memoria collettiva essere un preludio della fine?

La natura, la Terra diventata sterile, riuscirà attraverso la tecnica a lasciare un grafite?

La memoria rimasta non ci fa dimenticare Hiroshima e Nagasaki: non solo sappiamo pensare la fine ma sappiamo anche come attuarla.

 
 
 

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